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DOC, CHE CONSIGLIO MI DA’?

16/11/2021 - Categoria: Psicoterapia

Prima regola del/la brav* terapeuta: non dare consigli. Noi non veniamo pagati per dare consigli, non è il nostro compito né il nostro obiettivo, perciò se iniziate un percorso di terapia, ridimensionate l’aspettativa dei consigli che, ne sono certa, ci pensa già tutto il mondo intero a darveli, anche quando non li chiedete. La premessa sottostante questa regola aurea che noi terapeuti abbiamo è che il massimo esperto della propria vita è solo ed esclusivamente il/la paziente, che è l’unic* a sapere quale sia la cosa migliore per sè stess*

Abbiamo tutti vissuti differenti, abbiamo tutti una storia diversa alle spalle, abbiamo gusti ed antipatie, attitudini e preferenze, bisogni e desideri specifici; inoltre, siamo immersi in un contesto specifico che ha caratteristiche specifiche, con limiti e risorse da considerare. Siamo complessiAbbiamo, cioè, una serie infinità di peculiarità sia appartenenti al nostro mondo interiore che a quello esterno che possiamo essere solo noi gli unici a sapere qual’è la cosa migliore per noi, in quel preciso istante

Se ci pensiamo, sono davvero pochissimi i consigli ricevuti che poi seguiamo seriamente, di solito quando ci vengono dati da chi davvero ci conosce benissimo. Il 99% dei consigli  lasciano il tempo che trovano. Questo perchè non sono farina del nostro sacco ma prodotti da un’altra persona che, di tutta la lista delle peculiarità interne ed esterne di cui sopra, può sapere solo delle sue, di certo non delle nostre.

Ecco che il compito del/la terapeuta è quello di accompagnare il paziente a disvelare il suo complesso paesaggio interno, a scoprirne viali, parchi, panorami mozzafiato, palazzi storici e moderni, sentieri, vie di fuga e inevitabili ingorghi. E’ così che il/la paziente impara a trovare da sè le risposte che cerca che, proprio perchè autenticamente sue, non diventeranno mai cattivi consigli.

 

Photo by Jen Theodore on Unsplash


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