HO AVUTO UN ATTACCO DI PANICO!
“Ho avuto un attacco di panico!”
E’ questa una della cause più frequenti per cui alcune persone si rivolgono allo psicologo. Ma cos’è un attacco di panico? Secondo i manuali diagnostici di riferimento, l’Attacco di Panico (AP) rientra nella più ampia categoria dei disturbi d’ansia e si caratterizza per essere estremamente intenso, tanto che la sensazione che vive la persona che ne viene colpita è proprio quella di star per morire. Questa caratteristica lo distingue dai vissuti d’ansia che, per quanto sgradevoli possano essere, non arrivano a tale sensazione di morte.
La durata dell’attacco è generalmente breve, ma trascina con sé una serie di sintomi psicofisici importanti che possono continuare ore e, talvolta, costringono ad andare al pronto soccorso. L’attacco di panico può avvenire una sola volta o possono accadere più episodi, anche distanziati nel tempo. Tachicardia, giramenti di testa, svenimento, dolori al torace e diffusi, difficoltà a respirare, sensazione di impazzire e di star perdendo il controllo, paura di star per morire: sono questi i sintomi che caratterizzano maggiormente l’attacco di panico.
Il suo arrivo è spesso improvviso oppure esplode al culmine di uno stato d’ansia prolungato. Per esempio, può avvenire ad una persona già claustrofobica che si trova costretta in un luogo chiuso ed affollato per molto tempo, come un aereo o un treno; l’ansia sale, aumenta ed esplode nell’attacco di panico. Anche quando improvviso, esso si manifesta in una persona che già sta vivendo in uno stato di disagio, più o meno accentuato, più o meno consapevole. Quindi, non è prevedibile per certi versi e nessuno si auspica di viverlo, ma può diventare per il malessere che si vive, l’unico modo per manifestarsi, per diventare noto, per essere considerato. Quasi sempre, quindi, c’è un terreno fertile su cui l’attacco di panico affonda le sue radici, c’è una situazione che ha messo o mette in difficoltà la persona: può trattarsi di una situazione familiare o lavorativa che ci dà delle fatiche, oppure può esserci stato un evento importante che ci ha segnati, come un incidente o un lutto.
Il panico ha una funzione evolutiva specifica, si manifesta proprio per farci rendere conto che siamo in pericolo e ci prepara a reagire di fronte alla minaccia, sia attivandoci che disattivandoci. Nel primo caso, ci porta a fuggire o ad attaccare, a reagire; nel secondo, ci fa svenire: ci fa fingere di essere morti così che l’agente minaccioso sia disincentivato a colpirci.
Con la sua prepotenza, l’attacco di panico ha un’utilità e un senso, non è casuale ma diventa foriero di un messaggio importante. Ci dice che non stiamo bene, che dobbiamo aggiustare qualcosa, che c’è bisogno di un cambiamento perchè c’è una sofferenza. Attraverso la psicoterapia, si può scoprire qual è il messaggio che l’attacco di panico nasconde per coglierne il significato, comprenderlo, elaborarlo e decidere cosa fare. L’obiettivo non è, dunque, quello di imparare tecniche temporanee o trucchi isolati per gestire il panico, bensì ripensare alla situazione più ampia, cosicché il terreno alla base non sia più fertile per attacchi di panico o ansia, una volta per tutte.
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